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Probabilmente, molto più della prefazione, ci aiuta a conoscere il poeta la brevissima poesia iniziale dall'evocativo titolo "Periferico". In essa, il poeta esprime in pochi, incisivi versi la sua personalità schiva, che rifugge la centralità delle luci della ribalta per rifugiarsi nella penombra e da lì osservare tutti, persino se stesso. In questo suo terzo libro di poesie, Alberto fa delle "piante amiche" il fulcro della sua vita: esse impigliano fra i loro rami, siano essi spogli o frondosi, le emozioni e i ricordi più intimi che ruotano loro attorno nel turbinio di eventi che è la vita di tutti noi. Sono piante spesso ignorate, come il latte di gallina, dal poeta definito "umilissimo, da tutti snobbato" o il philadelphus, che riporta alla mente ricordi di speranza nella difficile primavera del '45 del secolo scorso. Piante care al poeta perché come lui destinate a guardare da lontano la vanagloria dei propri simili più appariscenti...